Canzoniere
Tre sonetti antiavignonesi
Quando si pensa al Medioevo, si immagina spesso un’epoca in cui la fede era incrollabile e il controllo della chiesa sulle anime incontrastato. Tuttavia, nel corso di piĂą di un millennio, la chiesa e la religione cristiana subirono notevoli mutamenti e vissero numerose crisi. Il mondo cristiano fu attraversato costantemente da movimenti riformatori che chiedevano a gran voce il ritorno della chiesa alle origini evangeliche. Ancor oggi, la maggior parte delle critiche rivolte alle istituzioni ecclesiastiche riguardano la ricchezza e la corruzione che contrastano con gli insegnamenti del Vangelo e dei Padri della chiesa. Ma giĂ nel Duecento Francesco d’Assisi (1182-1226) aveva predicato il ritorno della chiesa alla povertĂ e alla purezza, e il movimento dei Frati minori da lui fondato entrò spesso in polemica e talvolta in aperto contrasto con i papi di Roma. Al tempo di Petrarca, la chiesa conobbe una delle sue crisi piĂą intense. Dagli inizi del Trecento ( dal 1309), la curia non si trovava infatti piĂą a Roma ma ad Avignone ed era molto diffuso, in tutta l’Europa cristiana, un sentimento di delusione e di diffidenza nei confronti dei papi a causa dello sfarzo e della corruzione che si riteneva regnassero nella cittĂ provenzale. Petrarca, che ad Avignone aveva vissuto tanto a lungo da poterla la definire la sua patria, e che aveva assunto incarichi ufficiali presso la curia, fu uno dei suoi piĂą feroci critici. Nei tre sonetti che leggeremo, Avignone è paragonata a una putta sfacciata (“insolente meretrice”), dedita a ogni tipo di peccato, sulla quale Petrarca invoca ogni sventura e ogni maledizione. Queste accuse non vanno interpretate come un segno di irreligiositĂ . Nel Medioevo, le critiche alla chiesa provenivano di frequente dal suo interno (non dimentichiamo che Petrarca era un ecclesiastico), ed erano spesso volte a ottenere una “riforma” dell’istituzione e non la fine dell’istituzione stessa.Â
Fiamma dal ciel su le tue trecce piova
 |  | Fiamma dal ciel1 su le tue trecce piova |
 |  | malvagia, che dal fiume e da le ghiande2 |
 |  | per l’altrui3 impoverir sé ricca e grande, |
4 | Â | poi che di mal oprar tanto ti giova4; |
 |  | nido di tradimenti, in cui si cova5 |
 |  | quanto mal6 per lo mondo oggi si spande7, |
 |  | de vin serva8, di letti9 e di vivande, |
8 |  | in cui Lussuria fa l’ultima prova10. |
 |  | Per le camere tue fanciulle e vecchi11 |
 |  | vanno trescando12, e Belzebub13 in mezzo |
11 |  | co’ mantici e col foco e co li specchi14. |
 |  | Già non fostù nudrita in piume al rezzo15, |
 |  | ma nuda al vento, e scalza fra gli stecchi16: |
14 |  | or vivi sì ch’a Dio ne venga il lezzo17.  |
Metro: sonetto con schema ABBA ABBA CDC DCD.
L’avara Babilonia ha colmo il sacco
 |  | |
 |  | L’avara18 Babilonia19 ha colmo il sacco20 |
 |  | d’ira di Dio, e di vizi empii e rei21, |
 |  | tanto che scoppia22, ed ha fatti suoi dèi |
4 | Â | non Giove e Palla23, ma Venere e Bacco24. |
 |  | Aspettando ragion mi struggo e fiacco25; |
 |  | ma pur novo soldan26 veggio27 per lei, |
 |  | lo qual farà , non già quand’io vorrei28, |
8 | Â | sol una sede, e quella fia in Baldacco29. |
 |  | Gl’idoli suoi saranno in terra sparsi30, |
 |  | e le torre superbe, al ciel nemiche31, |
11 |  | e i suoi torrer’ di for come dentro arsi32. |
 |  | Anime belle e di vertute amiche |
 |  | terranno il mondo33; e poi vedrem lui farsi |
14 |  | aurëo tutto34, e pien de l’opre antiche35. |
Metro: sonetto con schema ABBA ABBA CDC DCD.
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Fontana di dolore, albergo d’ira
 |  | Fontana di dolore, albergo36 d’ira, |
 |  | scola d’errori e templo d’eresia37, |
 |  | già Roma, or Babilonia falsa e ria, |
4 | Â | per cui tanto si piange e si sospira38; |
 |  | |
 |  | o fucina d’inganni, o pregion dira, |
 |  | ove ’l ben more, e ’l mal si nutre e cria39, |
 |  | di vivi inferno, un gran miracol fia |
8 |  | se Cristo teco alfine non s’adira40. |
 |  | |
 |  | Fondata in casta e umil povertate41, |
 |  | contra’ tuoi fondatori42 alzi le corna43, |
11 | Â | putta sfacciata: e dove hai posto spene44? Â Â |
 |  | |
 |  | Negli adulteri tuoi? Ne le mal nate |
 |  | ricchezze tante?45 Or Constantin46 non torna, |
14 |  | ma tolga il mondo tristo che ’l sostene47. |
Metro: sonetto con schema ABBA ABBA CDE CDE.
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AVIGNONE, LA NUOVA BABILIONIA  Ci vogliono talento e fantasia anche per maledire, e Petrarca possiede l’uno e l’altra. I tre sonetti che abbiamo letto hanno lo stesso tema: sono maledizioni contro la chiesa corrotta. Ma i motivi e la forma retorica dei sonetti non sono esattamente gli stessi. Nel primo, Fiamma dal ciel su le tue trecce piova , la curia papale è personificata in una donna «malvagia» (v. 2) arricchitasi grazie alla povertà altrui, dedita al vino, al cibo e alla lussuria. Nel secondo, L’avara Babilonia ha colmo il sacco, Petrarca fa un resoconto che appare – per l’uso della terza persona e non della seconda – più pacato e referenziale, ma le accuse sono le stesse espresse nel primo sonetto, e si concludono con una profezia: questa chiesa, che ha tradito il messaggio di Cristo, sarà abbattuta, e una nuova età dell’oro si aprirà per il mondo (vv. 12-13: «Anime belle e di vertute amiche / terranno il mondo»). Nel terzo sonetto, Fontana di dolore, albergo d’ira, Petrarca torna alle maledizioni, che si fanno ancora più fitte e incalzanti di quelle che si leggono nel primo testo della serie: fontana di dolore, dimora d’ira, scuola di errori, tempio d’eresia, Babilonia falsa e malvagia, fabbrica d’inganni, prigione atroce, inferno in terra...
UN’ASSONANZA CON DANTE  Nella seconda parte del terzo sonetto, quasi a conclusione del trittico, il tono s’impenna ulteriormente, e Petrarca interroga la chiesa, la sfida, con un atteggiamento e uno stile che ricordano quelli dei poeti satirici, o dei predicatori, quando apostrofano frontalmente il peccatore per farlo vergognare. Il tono e lo stile ricordano inoltre le invettive della Commedia di Dante, per esempio nel canto sesto del Purgatorio, dove – proprio come qui – il poeta si rivolge a un luogo geografico personificato che assume le sembianze di una peccatrice, e dove egualmente viene evocato, ma certamente in positivo, il ricordo di un imperatore romano:
      Ahi serva Italia, di dolore ostello,
      nave sanza nocchiere in gran tempesta,
      non donna di provincie, ma bordello!
      [...]
      Che val perché ti racconciasse il freno
      Iustinïano, se la sella è vota?
      Sanz’esso fora la vergogna meno
      (Purgatorio VI, 76-78 e 88-90).Â
- Fiamma dal ciel: è una maledizione divina, come quella inflitta nell’Antico Testamento a Sodoma e Gomorra, città che si erano distinte per i loro gravi peccati; trecce: per intendere il “capo”.
- dal fiume e da le ghiande: dal tempo del fiume e delle ghiande; cioè dalla mitica età dell’oro che già i poeti classici immaginavano come un luogo e un’epoca nei quali si beveva solo purissima acqua di fiume e si mangiavano solo ghiande. Il senso è che la curia papale è degenerata rispetto alle origini del cristianesimo.
- altrui: degli altri. La curia è ricca e potente grazie all’impoverimento degli altri.
- poi che… giova: dal momento che comportarti in modo perverso piace.
- cova: nel nido di tradimenti, ovviamente, “si cova”. Fuori di metafora, vuol dire “si fa crescere, si prepara”. Oggi si dice ancora covare nel senso di “escogitare qualcosa di negativo”.
- quanto mal: tutto il male.
- si spande: si diffonde.
- de vin serva: serva del vino, cioè dedita al vino (invece di bere solo acqua di fiume come nell’età dell’oro);
- di letti: si ricordi ancora che Petrarca immagina la curia papale come una donna perversa e di facili costumi.
- Lussuria… prova: la lussuria (il peccato di lussuria è personificato) si spinge ai limiti estremi.
- fanciulle e vecchi: cioè proprio coloro che dovrebbero invece essere rispettivamente caste e saggi.
- vanno trescando: compiono continuamente atti lascivi. Una tresca è ancora in italiano moderno una relazione d’amore illecita.
- Belzebub: Belzebù, cioè il diavolo.
- co’ … specchi: il verso va letto tenendo presente che Belzebù “attizza” la lussuria di chi si trova nella curia; mantici: il mantice è lo strumento che si usa ancora per attizzare il fuoco; foco: fuoco; specchi: «per stimolare, con le immagini, la stanca virilità » (M. Santagata). Ma vanno forse intesi anche come un segno dello sfarzo della curia.
- Già … al rezzo: Allora tu non fosti (non fostù) nutrita (nudrita) fra le piume all’ombra (al rezzo), dunque “fra gli agi”.
- ma nuda … stecchi: in origine la curia era nuda e scalza, cioè povera. Si ricordi che lo spogliarsi degli abiti sfarzosi e l’andare scalzo è uno degli episodi più noti delle storie di san Francesco, cioè uno dei simboli del possibile ritorno alla chiesa delle origini.
- or vivi … lezzo: il sonetto si conclude con un invito, paradossale, a continuare a comportarsi come si è fatto fino ad ora, affinché Dio possa sentire l’odore nauseabondo dei peccati. Altrove Petrarca descrive il puzzo “reale” della grande città di Avignone; ne: cioè dei peccati; lezzo: puzzo.
- avara: avida, perché desiderosa di accumulare ricchezze. L’avarizia è un peccato capitale.
- Babilonia: Avignone viene identificata con Babilonia, una cittĂ che nella Bibbia (e quindi per gli uomini del Medioevo) rappresenta il mondo di coloro che non credono in Dio.
- colmo il sacco: colmato la misura.
- d’ira di Dio...rei: di ciò che provoca l’ira di Dio e vizi empi e colpevoli (cioè dei peccati capitali).
- tanto che scoppia: fino a scoppiarne; riferito al sacco.
- Giove e Palla: Giove e Atena, che era detta Pallade (Palla), “lanciatrice di asta”, dal verbo greco pà llo, “scagliare". Nella mitologia greca le due divinità rappresentano la giustizia e la sapienza.
- Venere e Bacco: Venere, che rappresenta la lussuria, e Bacco, che incarna i piaceri della gola. Ancora oggi si dice Bacco, tabacco e Venere per riferirsi a una serie di vizi.
- Aspettando…fiacco: in attesa che sia fatta giustizia mi tormento e mi deprimo.
- novo soldan: nuovo sultano. Sultano è il titolo impiegato da varie dinastie orientali per indicare il sovrano.
- veggio: vedo; ma forse con il senso di “prevedere”.
- non già quand’io vorrei: non quando io vorrei; per intendere che sarà sempre troppo tardi.
- sol una sede… Baldacco: sceglierà solo una sede e quella sarà Bagdad. Petrarca allude alla speranza di molti cristiani che la sede papale potesse tornare a Roma da qui il riferimento a Bagdad (Baldacco).
- Gl’idoli…sparsi: I suoi idoli (Venere e Bacco) saranno abbattuti. La parola idoli è già connotata negativamente: si tratta infatti dei simulacri degli dei pagani.
- torre superbe… al ciel nemiche: torri superbe; con riferimento alla torre di Babele, che nella Bibbia è uno dei simboli più potenti della superbia umana; : al ciel nemiche: come era stata appunto la torre di Babele, con la cui costruzione i babilonesi avevano osato sfidare il cielo.
- e i suoi torrer’…arsi: e i custodi delle torri (cioè il papa e i cardinali) saranno arsi dal fuoco anima e corpo.
- di vertute amiche terranno il mondo: amiche della virtĂą governeranno il mondo.
- aurëo tutto: tutto dorato (con un riferimento al ritorno all’età dell’oro)
- opre antiche: le antiche imprese.
- albergo: nel senso di “dimora”.
- scola … d’eresia: scuola di errori e tempio d’eresia. In questo verso ci sono due ossimori: una scuola dove si insegnano errori e un tempio di eresia sono due paradossi.
- già Roma…sospira: una volta come Roma (la curia si trovava ad Avignone, e il riferimento a Roma serve a sottolineare la distanza tra il passato e il presente), ora corrotta ed empia come Babilonia, a causa tua si piange e si sospira.
- o fucina d’inganni...cria: o fabbrica di inganni, o orribile prigione, dove (ove) il bene muore (more) e il male si nutre e si genera (cria).
- di vivi…s’adira: inferno dei vivi, sarà un gran miracolo se alla fine non si adirerà con te.
- povertate: povertà . Il riferimento è alla chiesa originaria, fondata da persone umili e virtuose.
- fondatori: Cristo e gli apostoli.
- alzi le corna: alzare le corna è un simbolo di superbia. Ma allude ovviamente anche alla natura diabolica della curia avignonese.
- putta sfacciata…spene: meretrice (ossia di colei che induce altri al peccato) svergognata: dove hai riposto la speranza? Petrarca chiede alla putta in che cosa speri.
- Negli adulteri...tante?: Forse nelle tue tresche? Nelle tue tante ricchezze accumulate illecitamente?
- Constantin: Costantino è l’imperatore romano che, secondo una nota tradizione medievale, avrebbe concesso alla chiesa il dominio temporale. Ma Costantino fu anche il primo imperatore a convertirsi al cristianesimo e quindi potrebbe essere qui citato in senso positivo. Ossia: la curia è ormai sede di idoli pagani e non giungerà di nuovo Costantino a ristabilire fede cristiana.
- ma...’l sostene: ma si porti via il mondo corrotto cui egli ha fornito sostentamento.