I canzonieri antichi
Sappiamo che le prime testimonianze di testi letterari – e nello specifico poetici – della nostra letteratura ci sono arrivate per vie molto avventurose: negli spazi bianchi dei libri, sul retro di una pergamena. A un certo punto, qualcosa cambia: un po’ alla volta le poesie non sono più raccolte soltanto in modo occasionale, da qualcuno che sapeva scrivere e che, di tanto in tanto, decideva di registrare un testo che aveva colpito la sua attenzione. I copisti cominciano a trascrivere le poesie con l’intenzione di costruire delle vere e proprie antologie. Questo implica che chi raccoglieva quei testi si rendesse conto di essere di fronte a delle espressioni culturali nuove: si stava insomma affermando l’idea che esistesse una letteratura in volgare meritevole di essere conservata.
I tre canzonieri più antichi: come sono classificati
I tre canzonieri più antichi della nostra letteratura, conservati oggi a Firenze e nella Città del Vaticano, sono tutti di origine toscana, e sono stati allestiti tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento. Sono conosciuti con le sigle P, L e V, ma i loro “nomi” completi (o meglio: le loro segnature) sono questi:
P |
Canzoniere Palatino, Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Banco Rari 217 (già Palatino 418) |
L |
Canzoniere Laurenziano, Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Redi 9 |
V |
Canzoniere Vaticano, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vaticano latino 3793 |
Il canzoniere Palatino
Il canzoniere Palatino (P) è il più antico. Copiato alla fine del Duecento, probabilmente a Pistoia, contiene 180 testi, fra canzoni, ballate e sonetti. È un codice di lusso e costoso, scritto con una grafia libraria regolare, e con le iniziali miniate. Si apre con Guittone d’Arezzo, seguito dai poeti siciliani e toscani; molte ballate, un genere di moda nella Toscana di fine Duecento, sono note solo grazie a questo codice; anche i sonetti sono in gran parte di origine toscana.
Le miniature sono molto curate e rispecchiano i contenuti dei testi: per esempio, la vignetta che apre la canzone di Guido delle Colonne, Amor, che lungiamente m’hai menato, rappresenta Amore a cavallo del poeta. È proprio la situazione descritta all’inizio della canzone: il poeta è sottomesso ad Amore e gli chiede di allentare le redini con cui lo tiene:
Amor, che lungiamente m’hai menato
a freno stretto senza riposanza,
alarga le toi retene in pietanza,
ché soperchianza – m’a vinto e stancato.
[Amore, che così a lungo e senza sosta mi hai guidato / tirando duramente il morso – come a un cavallo, / allenta le tue redini, per carità, / ché il tuo eccessivo potere mi ha ormai vinto e distrutto.]
Il canzoniere Laurenziano
Un secondo canzoniere, il Laurenziano, è stato copiato a Pisa qualche anno dopo P, probabilmente tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento. Contiene 474 testi, di cui 274 di Guittone, che è quindi l’autore intorno a cui è stata costruita la raccolta. Anche questo canzoniere è stato copiato con una grafia libraria, ma non è così ricco come P: le prime lettere di alcune sezioni sono decorate con inchiostro rosso e blu, ma non con miniature. In rosso sono anche le iniziali dei testi e, un po’ più piccole, le iniziali delle strofe.
Il canzoniere Vaticano
Il canzoniere Vaticano, copiato a Firenze tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento, è il più voluminoso: raccoglie infatti ben 1000 testi. Anche V è diviso per generi metrici: canzoni, sonetti, tenzoni poetiche. Le canzoni vanno dai Siciliani (Jacopo da Lentini, Rinaldo d’Aquino, Giacomino Pugliese…), ai poeti bolognesi e toscani (Guinizelli e Bonagiunta), ai fiorentini precedenti lo stilnovo (Chiaro Davanzati, Monte Andrea); un percorso simile seguono i sonetti: dopo i sonetti dei siciliani e di Guittone, si trovano sonetti di autori minori (in gran parte fiorentini), fino a Chiaro e Monte Andrea. A differenza di P, che è un prodotto di lusso, V è un manoscritto allestito in un ambiente borghese mercantile: non è opera di un solo copista, ma al suo interno si alternano più mani.
Canzoniere |
P - Canzoniere Palatino |
L - Canzoniere Laurenziano |
V - Canzoniere Vaticano |
conservato a |
Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Banco Rari 217, già Palatino 418 |
Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Redi 9 |
Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vaticano latino 3793 |
datazione |
fine del ’200 |
ultimo decennio del ’200 / inizio del ’300 |
ultimo decennio del ’200 / inizio del ’300 |
luogo di origine |
Pistoia |
Pisa |
Firenze |
miniature |
ricche miniature |
iniziali decorate |
iniziali più grandi, ma senza miniature |
ambiente di produzione |
prodotto di lusso |
ambiente colto |
prodotto per uso privato, forse per un mercante |
contenuto |
180 testi: canzoni, ballate, sonetti |
474 testi; di cui 274 di Guittone |
1000 testi: canzoni, sonetti, tenzoni |