Il passo che leggiamo è quello relativo alla scoperta della crepa nel muro, che concede ai due innamorati la possibilità di guardarsi, se non ancora quella di baciarsi.
Così ... volere: Così tormentati dal loro forte desiderio.
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son guardati: sono sorvegliati; tenuti sotto chiave.
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e … acervi: e come dal cuore sgorgano le lacrime dei biondi cervi, quando si sentono cadere a causa dei morsi dolorosi dei cani. Nel Medioevo (ma ancora oggi) la selvaggina veniva cacciata grazie all’aiuto di cani addestrati.
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piovìen: piovevano. Il soggetto, non espresso, è naturalmente “le lacrime”.
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sanza rifresso: ininterrottamente; senza tregua.
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era riposto: era tramontato. Dunque non erano passati molti giorni.
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lor fortuna: la loro sorte.
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un fesso: una fessura.
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il ... scolpire: si poteva appena scorgere, scoprire.
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il … volere: il muro già aveva questa crepa quando originariamente fu eretto da altri. Il cantastorie vuole dire che non sono Piramo e Tisbe i responsabili di quella fessura, eppure hanno avuto in sorte di scovarla: adesso spiega perché.
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così … acontrano: così, attraverso quella fessura, i loro occhi si incrociano, e questo avviene perché si incontrano per amore. Dice il poeta: c’è tra loro una corrispondenza di sentimenti amorosi, e quindi è naturale e inevitabile che, in un modo o nell’altro, questo amore si compia.
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a ... tocchi: alla vista di qualsiasi animale (e uomo) che abbia messo piede al mondo.
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ma … imbocchi: ma qual è quella cosa che è tanto lontana da non permettere ad Amore, una volta che ha colpito con la sua freccia, di vederla?
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e … adocchi: e c’è qualcosa che Amore non possa scorgere, dall’ultimo cielo («la somma rota», cioè l’Empireo) fino al centro della Terra (e quindi dell’universo)? Il poeta conferma il concetto già espresso all’ottava 18, v. 8: cioè, che quando due esseri umani si amano non c’è nulla che possa ostacolare il manifestarsi del loro sentimento.
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scolpiro: scoprirono; come all’ottava 18, v. 4.
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s’io ... miro: letteralmente “se ci vedo bene”, ma vale a dire: “mi sembra, se non sbaglio”. Giullari e cantastorie usavano molto spesso queste formule stereotipe per conquistarsi il credito del pubblico e ribadire la veridicità di ciò che dicevano. In più, queste espressioni servivano spesso anche come zeppe per riempire la misura dei versi e per attirare l’attenzione degli spettatori. Una formula simile l’abbiamo incontrata in Ruggeri Apugliese, al v. 67 di Umile sono ed orgoglioso: «al buono ver dire».
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Quando … non tarda: Quando ognuno di loro scruta attraverso lo spiraglio, e si vedono l’un l’altro ardenti di desiderio, senza indugio cominciano a scambiarsi parole affettuose.
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istanno atesi: rimangono attenti.
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egli … compresi: essi hanno gli occhi di chi freme d’amore, poiché (però che) erano presi da un identico desiderio.
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Passato il giorno: alla fine della giornata (cioè, al momento di separarsi).
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mischiate in sospiri: unite ai sospiri d’amore.
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ciascun ... pingea: ognuno dei due dolcemente (soave, usato come avverbio) pronunciava (pingea, letteralmente “mandava fuori”).
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e’ … Citarea: sembra che tu non veda l’incendio (l’arsion) della Citerea che vive in noi. Citerea è Afrodite che, secondo il mito, era nata a Citèra, isola greca del mar Ionio (l’odierna Cerigo).
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Quale … alquanto: Quale dio vieta di tirarti in disparte, di far sì che la vita crudele che ci tormenta ti spostasse quel tanto (ti cansasse tanto) da permettere ai nostri visi di toccarsi per un po’ (alquanto)?.
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singhiozzi desti: singhiozzi forti e frequenti.
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ogni ... stassi: ogni bellezza risiede.
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Ogni ... dà: ogni ragionamento, argomento mi dimostra.
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lassi: miseri; infelici.
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ma ’ ... veti: i nostri padri e tu ce lo vietate. Tisbe dice che l’amore che la lega a Piramo è talmente puro e forte che anche il cielo lo benedice: soltanto le loro famiglie e quel muro lo ostacolano.
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che ... otriato: che ci hai concesso.
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congiunti ... lato: che siamo congiunti da parte, di nascosto.
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fama … vetato: crescerà la tua fama se ci toglierai da questo luogo riposto (pruto) con il tuo aprirti, che ci è negato.