La commedia si apre su di una scena di vita popolare. Da un lato ci sono Pasqua e Lucietta (rispettivamente moglie e sorella di Padron Toni); dall’altro troviamo Libera, Orsetta (Orsolina) e Checca (rispettivamente moglie e cognate di un altro pescatore, Padron Fortunato). Lucietta è fidanzata con Titta-Nane, Orsetta con Beppo, entrambi pescatori. Checca, la più giovane del gruppo, è l’unica senza fidanzato ed è gelosa di Lucietta. Le donne parlano del più e del meno: del tempo, del proprio lavoro, dei futuri matrimoni delle ragazze. La conversazione è interrotta dall’arrivo del giovane Toffolo.
Ho laorà fin adesso. So stà col battelo sotto marina3 a cargar de’ fenocchj: i ho portài a Bróndolo4 al corder de Ferara, e ho chiappà la zornada.5
LUCIETTA
Ne paghéu gnente?
TOFFOLO Sì ben; comandé.
CHECCA (a Orsetta)
Uh! senti, che sfazzada?6
TOFFOLO
Aspetté. (chiama) Oe, zucche barucche.7
CANOCCHIA (con una tavola, con sopra vari pezzi di zucca gialla cotta)
Comandé, paron.
TOFFOLO
Lassé veder.
CANOCCHIA
Adesso: varé, la xé vegnua fora de forno.
TOFFOLO
Voléu, Lucietta? (le offerisce8 un pezzo di zucca)
LUCIETTA
Sì ben, dé qua.
TOFFOLO
E vu, donna Pasqua, voléu?
PASQUA De diana! la me piase tanto la zucca barucca!
Démene un pezzo.
TOFFOLO
Tolé. No la magné, Lucietta?
LUCIETTA
La scotta. Aspetto, che la se giazze.
CHECCA
Oe, bara9 Canocchia.
CANOCCHIA
So qua.
CHECCA
Démene anca a mì un bezze.10
TOFFOLO
So qua mì; ve la pagherò mì.
CHECCA
Sior no, no vòggio.
TOFFOLO
Mo per còssa?
CHECCA
Perché no me degno.11
TOFFOLO
S’ha degnà Lucietta.
CHECCA
Sì, sì, Lucietta xé degnévole,
la se degna de tutto.
LUCIETTA
Coss’è, sióra? Ve ne avéu per mal,
perché so stada la prima mì?
CHECCA Mì co vù, siora, no me n’impazzo.12
E mì no tógo13 gnènte da nissùn.
LUCIETTA E mì cossa tóghio?14
CHECCA Siora sì, avé tolto anca i trìgoli15
dal putto donzelo16 de bare Losco.17
LUCIETTA Mì? Busiàra!
PASQUA
A monte.
LIBERA
A monte, a monte.
CANOCCHIA
Gh’è nissun che vòggia altro?
TOFFOLO
Andé a bon viazo.
CANOCCHIA (gridando parte)
Zucca barucca, barucca calda.
ANALISI DEL TESTO
UN RITRATTO DELL'EPOCAGoldoni immerge lo spettatore nel bel mezzo di una scena di vita chioggiotta. Le donne sono impegnate a lavorare ai loro merletti, mentre aspettano che gli uomini tornino dal lavoro in mare. Parlano tra di loro in dialetto, e la loro conversazione è punteggiata di termini pratici che riguardano la vita quotidiana: gli strumenti del ricamo, i termini della pesca e della navigazione, i soprannomi (come, in questo testo, Canocchia, il venditore di zucca barucca, chiamato con il nome di un frutto di mare comune nella laguna veneta). Da questo punto di vista, le note linguistiche apposte da Goldoni al testo delle Baruffe sono interessanti perché ci fanno capire quali parole ed espressioni Goldoni pensava non fossero comprensibili a un lettore non veneto.
IL COSTUME E LA BARUFFAQuando non stanno litigando tra loro, le donne della commedia tendono a formare una sorta di coro. Non vengono cioè distinte individualmente ma agiscono come se avessero una sola identità e una sola voce. Tutte hanno a cuore gli stessi valori: la famiglia, il matrimonio e la rispettabilità, ma sono proprio i loro diversi caratteri, le diverse inclinazioni personali (in questo caso, la maggior spregiudicatezza di Lucietta e la gelosia di Checca) a far nascere la contesa, che viene involontariamente innescata da Toffolo. Questi, un semplice battellante di laguna, è tenuto un po’ a distanza dagli altri personaggi della commedia perché, pur essendo un uomo di mare, non è un pescatore ma si limita a trasportare mercanzia. Toffolo cerca perciò di accreditarsi presso le donne come ‘nuovo ricco’, come dirà nella scena successiva a questa: i traffici con Venezia sono più redditizi della pesca e un parente lo vuole addirittura mettere alla guida di un ancor più redditizia barca per il trasporto delle persone. Toffolo cerca di dimostrare questa suo diverso ‘status’ sociale facendo il generoso e offrendo alle donne la zucca barucca. Toffolo cerca di comportarsi secondo le buone maniere e, dopo aver offerto la zucca a Lucietta, la offre subito a sua cognata, ma non si accorge di aver così mancato di rispetto alle donne dell’altra famiglia, che subito se ne risentono: soprattutto Checca, che già soffre per essere l’unica ragazza senza fidanzato e che ora non sopporta che Toffolo si sia rivolto prima a Lucietta che a lei. È l’inizio della baruffa. Sulle prime, le due donne più anziane cercano di placare gli animi; ma poi, a baruffa iniziata, si schierano a fianco delle proprie parenti più strette: Pasqua con Lucietta, Libera con Orsetta e Checca. Quando gli uomini ritornano dalla pesca le donne vanno subito a riferire la loro versione dell’accaduto: Pasqua e Lucietta raccontano a Beppo che Toffolo ha offerto la zucca barucca alle ragazze. Beppo, infuriatosi, rompe il fidanzamento con Orsetta e minaccia di vendicarsi di Toffolo. Stessa scena quando arriva la barca di padron Fortunato: Libera, Orsetta e Checca raccontano a Titta-Nane che Lucietta ha fatto la civetta con Toffolo. Nella seconda metà del primo atto la baruffa raggiunge il suo apice: Beppo affronta Toffolo e i due vengono alle mani (Beppo impugna un pugnale, Toffolo si difende lanciando delle pietre). La lite si allarga progressivamente a tutto il vicinato: s’immischiano tanto le donne quanto gli uomini della famiglia di Beppo. Arriva anche Titta-Nane, armato e intenzionato a vendicarsi di Toffolo. Solo l’intervento del pacifico Padron Fortunato riesce ad evitare il peggio.
Esercizio:
COMPRENDERE
1. A tuo avviso, Goldoni riesce in questo brano a caratterizzare in modo efficace la psicologia dei personaggi? Se dovessi definire Checca e Toffolo attraverso un paio di aggettivi, quali useresti?
ANALIZZARE
2. Alcune delle battute non servono a sviluppare il dialogo ma sono degli a parte. Come sono segnalati nel testo? Qual è il loro scopo? Se tu fossi il regista, come gestiresti gli a parte sulla scena?
INTERPRETARE
3. I rapporti della piccola comunità messa in scena da Goldoni sono fondati sul principio del decoro, cioè di un comportamento “conveniente”. Che cos’è il decoro, che cos’è la ‘convenienza’, per i popolani di Chioggia?
4. Come descriveresti l’atteggiamento dello scrittore? Prende le parti di uno dei personaggi oppure guarda le cose dall’alto, senza giudicare?
5. Riscrivi, nel tuo dialetto, le ultime battute del brano, da «CHECCA: Démene anca a mi un bezze». Se non conosci il dialetto, usa l’italiano che adoperi parlando con i tuoi amici, in situazioni informali.
sotto maria: sul litorale che divide il mare dalle paludi evvi [‘c’è’] una fila di case che formano un villaggio e chiamasi Sotto-Marina.
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bròndolo: altro villaggio tre miglia distante da Chiozza, per dove passano vari corrieri, che non corrono, perché vanno per acqua.
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ho chiapà la zornada: ho guadagnato la mia giornata.
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Uh! senti ch sfazzada: Oh! sentite che sfacciata?.
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zucche barucche: zucche gialle, arrostite nel forno, e che si vendono a Chiozza tagliate in pezzi ed a buon mercato.
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offerisce: offre
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bara: come se dicesse messere, o cosa simile.
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un bezze: cioè un bezzo, ch’è la metà di un soldo.
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no me n’impazzo: non tratto, non parlo.
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Mì co vù, siora, no me n’impazzo: Checca rifiuta perché ritiene che accettare l’offerta da parte di un uomo non sarebbe un’azione onorevole per una ragazza ancora da sposare. Così facendo dà implicitamente della svergognata a Lucietta, come farà in modo esplicito nella battuta successiva.
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no togo: non prendo.
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cossa tòghio: cosa prendo?
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trìgoli: sono una specie di frutti marini, che si trovano nelle paludi ed hanno tre punte acutissime; si fanno bollire, si tagliano col coltello, ed hanno dentro una polpa simile quasi a quella della castagna.
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donzelo: giovane da maritare.
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de bara losco: di messer Losco, nome o soprannome supposto.